Omicidio a Wohlen, arrestati due giovani italiani

Ne hanno parlato giornali, agenzie stampa, televisioni regionali e nazionali, ma ovviamente non è nostra intenzione commentare un fatto delittuoso gravissimo in stile di cronaca. Una tranquilla domenica di giugno, di per se triste per via delle piogge e delle basse temperature che perdurano da settimane, è stata sconvolta fin dal mattino dalla notizia dell’omicidio avvenuto nel corso della notte. Un giovane svizzero di 26 anni è stato accoltellato durante un litigio avvenuto verso le 3:30 in un quartiere residenziale di Wohlen ed è deceduto poco dopo, nonostante il tempestivo intervento del personale sanitario e della polizia. A nulla sono valsi i tentativi di rianimare la vittima.

Nel giro di poche ore la polizia cantonale ha arrestato due fratelli italiani di 16 e 18 anni e un ragazzo macedone di 16 anni, sospettati di essere gli autori dell’omicidio. La Procura dei minorenni e la Procura cantonale hanno ottenuto la detenzione preventiva dei tre giovani sospettati, anche se ora, a distanza di tre giorni dal mortale delitto, la Procura ha deciso di tenere soltanto i due minorenni in custodia cautelare.

La notizia del delitto e dell’arresto dei due fratelli italiani ha avuto un vasto eco nella comunità italiana di Wohlen, incredula a fronte di tanta violenza da parte di ragazzi giovanissimi. In fondo a Wohlen ci conosciamo tutti, non è una metropoli, e il pensiero di tale tragedia ha creato un diffuso senso di angoscia e di spaesamento di fronte ad un fatto sconvolgente che richiama il fenomeno della criminalità giovanile. 

È vero che la criminalità minorile è in crescita? 

Titoli come “allarme baby gang”, “boom di delinquenza minorile”, “cyberbullismo e mobbing”, occupano uno spazio crescente nei media e il progressivo abbassamento dell’età di chi delinque produce sentimenti di paura e allarmismo; un terreno facile che alcuni partiti politici utilizzano per sostenere risposte punitive più aspre. Sempre meno si riflette sul deficit di risposte educative per contrastare il fenomeno. 

Non è questa la sede, né disponiamo di competenze sociologiche e psicologiche per analizzare il fenomeno che porta a un aumento della violazione di regole sia di tipo sociale che morale, che in generale cataloghiamo come “devianze”. Che si esprimono in termini concreti con manifestazioni che vanno dall’assenteismo scolastico alla mancanza di autoresponsabilizzazione, fino alle violazioni più dure e a reati anche di forte gravità. Reati che hanno una radice altresì nella povertà educativa: di certo un ambiente familiare stabile, che propone modelli educativi adeguati, ha un ruolo fondamentale nello sviluppo della personalità dei giovani e nella loro capacità di discernere e distinguere tra lecito e illecito.

La Svizzera e il diritto penale minorile

Quanto è accaduto a Wohlen ha avuto subito un impatto sulle accese discussioni riguardanti il diritto penale minorile. L’UDC-Giovani Argovia ha preso subito posizione rivendicando un'azione penale più efficace e più rapida nel caso dei minori. Del resto, una stragrande maggioranza della popolazione ritiene che il diritto penale minorile debba essere inasprito. 

L’UDC-Giovani ha colto la palla al balzo altresì per rimarcare il tema della nazionalità dei sospettati, rivendicando una politica più severa in materia di asilo e immigrazione. In verità, nel caso di Wohlen si tratta di ragazzi nati e cresciuti in Svizzera di terza generazione, un dato che dovrebbe interrogare la politica al di là del colore dei passaporti.

Anche Martin Killias, professore emerito di diritto penale (nativo di Lenzburg) ed esponente del partito socialista, condivide la richiesta di pene più severe, con un allineamento ad altri Paesi europei, giacché la Svizzera è un caso particolare con le sue basse pene minorili.

Commenti

  1. Io aspetterei di capire meglio la dinamica dell’evento, prima di esprimere un’opinione completa. Certo che ormai sembra che l’uomo non riesca piu’ domare le proprie pulsioni, la propria rabbia. Non sono solo i bambini, ma anche gli anziani e le donne ad essere uccise più del normale, soprattutto nelle piccole città. Sara’ colpa del Covid come dicono tutti ? Io non credo.

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    1. Condivido la cautela. Ogni giorno sui media affiora un pezzetto di realtà dei fatti; trattandosi di minorenni, la Procura e gli organi di polizia danno le informazioni con il contagocce.

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  2. Per arrivare a uccidere qualcosa è successo.Bisogna vedere la realtà come sono andate veramente le cose per giudicare.Peccato per tutti e due I fratelli e anche per l'altro ragazzo si sono rovinati per tutta la vita.

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  3. Io ho a che fare con i bambini sicuramente stiamo vivendo un periodo particolare dove dobbiamo ascoltarli di piu',perche' le famiglie sono assenti.I ragazzi non hanno un punto di riferimento e si affidano alle amicizie sbagliate,seguendo strade sbagliate .Nelle scuole ultimamente i ragazzi di 15-16 anni hanno evidenti forme di bullismo (anche le ragazze).Mi dispiace tantissimo per quello che e'successo poiche' riguarda anche i nostri ragazzi italiani.Questo ci induce a fermarci e riflettere su quello che noi educatrici o educatori possiamo fare .

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  4. Per quanto le dinamiche verranno poi indagate da chi di competenza, leggere questo articolo è colpo al cuore.Ho due figli e leggere cose del genere fa rabbrividire.Ci preoccupiamo delle guerre, come è normale che sia, ma delle guerre interne al cuore e alla mente specie, dei più giovani, non ne parla nessuno.In tutto cio andró parlare in una scuola di pensiero positivo, di gratitudine, sperando di diffondere semini buoni on un mondo sempre piu svariato . Ogniuno faccia la sua parte.

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  5. Questo, a mio modesto giudizio, è il risultato di una deriva nichilista della nostra società. La prima accusa la rivolgo alla scuola. La scuola e i suoi addetti ai lavori non si occupano dei sentimenti, delle frustrazioni, delle emozioni dei giovani. La scuola, tesa com 'è ad occuparsi dei livelli cognitivi e a programmare i futuri schiavi, evita accuratamente di prendere in esame anche quelli emozionali. Livelli che sono basilari per la crescita dei giovani. Questa lacuna viene "colmata" dalla società spettacolare e mercantile e così molti giovani si ritrovano ad oscillare pericolosamente tra gli eccessi da un lato e l'appiattimento emozionale dall'altro. Il cuore si inaridisce, l'anima s'infiacchisce e la violenza senza vero movente finisce - a volte - per prendere il sopravvento.

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  6. Negli ultimi anni é stato registrato un incremento di minori denunciati ed arrestati.
    Nel mondo giovanile emerge un'assenza di educazione ai rapporti affettivi, che diventano malati ed una mancanza di consapevolezza del proprio agire, con un utilizzo della violenza sproporzionato rispetto all'obiettivo, nonché un'assenza di empatia con la vittima. I giovani sembrano non capire la pericolosità delle loro azioni e le conseguenze.
    È chiaramente un segnale di rabbia e disagio psicologico causato in parte da una società che va avanti troppo velocemente, ma che purtroppo è rimasta indietro su molte cose.
    La mancanza di educazione e regole e l'assenza di figure genitoriali educative, possono compromettere lo sviluppo dei ragazzi con conseguenze disastrose.
    Monica Ostuni
    Psicologa e Psicoterapeuta in formazione

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    1. Ringraziamo Monica Ostuni per il suo commento. Conoscendo la situazione da vicino, anche se non a fondo, e in base alle testimonianze di varie persone su questa tragedia, possiamo dire che Monica ha colto nel segno!

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  7. È un triste e preoccupante fenomeno di alcuni componenti maschili della nostra civiltà che origina dalla decadente situazione culturale della nostra scuola ma soprattutto dall'attuale difficoltà in cui versano le famiglie non solo in termini economoci ma esistenziali.

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